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rocco una grande difesa: la paura altrui. Essa lo ha mantenuto impenetrabile, cioè ignorato, cioè forte. Tutte le slealtà, tutte le infamie sono state perdonate a questo temuto paese. Pensate che non sono trascorsi ottant’anni da che le nazioni europee pagavano ancora al Sultano dei tributi per affrancare le loro navi di commercio dai pirati marocchini. La pirateria era, così, riconosciuta ufficialmente come l’esercizio di un diritto del Marocco, come una legittima operazione marittima di Sua Maestà Sceriffiana. E i famosi pirati, ai quali i più grossi velieri si arrendevano senza lotta, obbedienti agli ordini della bandiera nera nella paralisi dello spavento, quei famosi pirati non possedevano che poche barche a remi, male armate, mentre su queste spiaggie avevano echeggiato le cannonate di Trafalgar, e dalla costa gl’indigeni potevano tutti i giorni veder passare in squadra, gigantesche sul mare e bianche di velature aperte, le poderose navi da battaglia del mondo occidentale, tenute al largo da una tradizione religiosa.

Al Marocco, dove tante popolazioni rifiutano al Sultano ogni pagamento di sangue e di denaro, l’offerta del tributo è il segno del vassallaggio. L’Europa pagava il suo tributo, dunque l’Europa era sottomessa. Ciò risponde alla logica del paese. Le ambasciate furono sempre ritenute atti d’omaggio, e il Sultano, da sovrano onnipossente, non rispettò in ogni occasione la libertà e la vita degli ambasciatori; in ogni caso non rispettò mai i trattati. Considerò le nazioni europee quasi come sue lontane tribù, ora fedeli e ora ribelli. Richiamato alla osservanza dei patti Mulei Ismail esclamava: "Sono forse un cane Rumi (Cristiano) che debbo mantenere la parola data? Il Marocco ha vissuto, come potenza, dell’omaggio europeo. "

Il fanatico orgoglio islamitico e la fierezza araba si sono ingigantiti nella coscienza d’una superiorità all’apparenza indiscutibile. Il Cristiano era un vinto. In una terra dove il diritto della forza è il solo diritto, il vinto è fatto schiavo. Le razzie sul mare procuravano schiavi cristiani, come le razzie verso il deserto — il mare di terra — procuravano schiavi negri. Mekines fu costrutta da mani cristiani, gravate di ca-