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mondo civile rappresentato dagl'importatori e dagli esportatori. Ma per chi viaggia il Marocco a piccole tappe, nella stagione dei fiori, la mancanza di strade è deliziosa.

Dirò una grande eresia, ma la strada rappresenta il primo vincolo che l'uomo ha imposto alla sua libertà. Quando un paese comincia a lasciarsi avvincere dalle strade come da una gran rete, significa che gli abitanti si muovono per affari ed hanno fretta: non sono più padroni del loro tempo; principia quella grande schiavitù che si culmina nell' obbedienza ad un orario ferroviario.

Non più corse folli sul vergine tappeto delle praterie, emigrazioni verso l'occidente, viaggi simili a caccie attraverso boschi silenziosi e chiusi ed a montagne piene di luce e di echi; la strada dice all'uomo: Tu devi passare di qui — e lo condanna a camminare con regolarità accasciante sopra una striscia eguale, sterile e senza fine. Un'ora di viaggio è simile all'altra, un giorno è simile all'altro. Si perde l'abitudine dell'osservazione, il senso dell' orientamento, la facoltà di comprendere gli avvenimenti della Natura, quel linguaggio eloquente delle cose che fa divinare i passaggi e i pericoli, che fa leggere nelle orme della terra la vicinanza d'un nemico, che nelle ombre degli alberi dice l'ora del giorno, che nel colore delle acque indica la possibilità di un guado. A poco a poco la strada ci priva di questo grande dialogo fra l'anima nostra e il Creato; camminiamo tristemente su quel- l'infinito nastro di melanconia che è la strada, il quale non ci lascia altra occupazione se non quella di meditare — causa di tutti i nostri dolori.

Ma, come ho detto, al Marocco non ci sono strade; vi sono al più dei sentieri tracciati dal largo piede dei cammelli. E questi sentieri sono capricciosi, girano, s'intersecano, si perdono, aiutano a smarrire la via più che a trovarla. Si seguono letti di torrenti montani fra roccie bizzarre pulite dalle acque, si va per steppe immense zigzagando in mezzo a rigogliosi ciuffi di palme nane e di iris fiorite, si attraversano pianure ubertose tinte da vivide fioriture, striate dal bianco delle margherite, dal giallo delle primole, dall'azzurro delle campanule, pianure tutte piene della vita silenziosa e fervida