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guardarle il senso di sorpresa di chi si accorgesse di vivere due vite, di trovarsi in due paesi nello stesso momento, di esistere contemporaneamente in due epoche e in due civiltà.
Questo pungente contrasto è la più grande caratteristica di Tangeri, ed ha tutta la seduzione d’un enigma, intorno al quale s’accanisce il nostro spirito d’indagine. Sono le continue lotte che immobilizzano il popolo arabo. Quando la vita non è garantita, la proprietà lo è anche meno, la ricchezza che attira le cupidigie rappresenta un pericolo; mancano così i principali fattori del progresso. Tutte le energie si consumano nella difesa e nell’offesa, e il successo delle armi pro cura troppo facili prede perchè nessuno le preferisca al lento e malsicuro fruttare del lavoro. I beni rubati, le ricchezze carpite sono le sole rispettate poichè dimostrano una forza che vince e che spaventa; si rovesciano in tal modo le basi del diritto: nessuno è ben padrone di quel che guadagna, tutti sono padroni di quello che rubano. La violenza diventa normale, il delitto una legalità. Si stabilisce solidamente il principio della forza, mitigato e corretto appena dall’uso della vendetta. Nelle tribù non sono le famiglie più laboriose che emergono, ma quelle più numerose, perchè hanno più fucili. E si arriva così, col brigantaggio, anche ad essere governatori; l’Europa se ne commuove, ma qui nessuno vi trova a ridire. Tutto ciò rientra nell’ordine logico delle cose marocchine.
Eppure questa passione moresca di "far parlare la po ver „ (così i marocchini chiamano il prendersi a fucilate), è più una necessità che un istinto. Il marocchino dice: Il fucile è la mia giustizia. E non ha torto poichè in realtà egli non ne ha altra. La debolezza e la corruzione del governo centrale hanno fatto sparire ogni fiducia nelle autorità, l’organismo dello stato è nominale, l’azione dei kaid si riduce ad una vera pirateria sui deboli. É succeduta un’anarchia nella quale bisogna essere forti per non essere "mangiati„ (l’espressione è marocchina). Il fucile è diventata un’aggiunta alle braccia; non è necessario adoperarlo sempre, ma è necessario averlo. Chi è disarmato ha torto. Ma ciò non toglie