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LA PARTENZA.

Mentre lasciavo Tangeri alla testa della mia carovana, le bandiere bianche s'issavano sulle antenne dei minareti per annunziare ai fedeli l'ora della terza preghiera — l'ora del dhohor la quale scocca "quando l'ombra delle cose è di un quarto più corta della loro lunghezz„. Per essere più chiari diciamo che era circa l'una e mezza del pomeriggio.

Avevo deciso di partire alle otto; cominciavo dunque il viaggio con più di cinque ore di ritardo — molte per un paese che non ha ferrovia.

La mattinata se n'era andata tutta per gli ultimi preparativi, i quali principiano quando ogni cosa è pronta, e non finiscono mai. C'è sempre qualche dettaglio dimenticato nell'allestimento d'una carovana che si dispone ad un viaggio di qualche mese nell'interno del Marocco, e che deve portarsi tutto, compreso il carbone.

Per varie ore la mia partenza ha causato una esemplare confusione nella stradicciuola che fronteggia l'Hotel Continental, ostruita da tende arrotolate, letti da campo, utensili da cucina, muli bardati, valigie, casse di provviste, cavalli, selle,