Che per se stesse entro allo spazio vuoto
Scendan le travi, e gli altri legni al basso.
Ponno dunque in tal guisa anco le fiamme
Dall’aria, che le cinge, in alto espresse 290Girvi, quantunque per se stessi i pesi
Si sforzin sempre di tirarle al basso.
E non vedi tu forse al caldo estivo
Le notturne del Ciel faci volanti
Correr sublimi, e menar seco un lungo 295Tratto di luce in qualsivoglia parte?
Lor natura apre il varco. Il Sole ancora
Quando al più alto suo meriggio ascende,
L’ardor diffonde d’ogn’intorno, e sparge
Di lume il suol: verso la terra dunque 300Vien per natura anco l’ardor del Sole.
I fulmini volar vedi a traverso
Le grandinose piogge; or quindi, or quinci
Dalle nubi squarciate i lampi strisciano;
E caggion spesso anco le fiamme in terra. 305Bramo oltre a ciò, che tu conosca, o Memmio,
Che mentre a volo i genitali corpi
Drittamente all’in giù vanno pe ’l Vuoto,
D’uopo è, ch’in tempo incerto, in luogo incerto
Sian fermamente da’ lor proprj pesi 310Tutti forzati a declinare alquanto
Dal lor dritto viaggio: onde tu possa
Solo affermar, che sia cangiato il nome.