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di Tito Lucrezio Lib. II. 67

     Nell’Universo si produca il tutto.
Ma sono alcuni, che di questo ignari
     Si credon, che non possa la natura
     235Della materia per se stessa, e senza
     Divin volere in così fatta guisa
     Con umane ragioni e moderate
     Mutar i tempi, e generar le biade;
     Nè far null’altro, a cui di gire incontro
     240Persuade i mortali, e gli accompagna
     Quel gran piacer, che della vita è guida;
     Acciò le cose i secoli propaghino
     Con veneree lusinghe, e non perisca
     L’umana specie: onde che fosse il tutto
     245Per opra degli Dei fatto dal nulla
     Fingono. Ma, per quanto a me rassembra,
     Essi in tutte le cose han traviato
     Molto dal ver; poichè quantunque ignoti
     Mi sian della materia i primi corpi,
     250Io non per tanto d’affermare ardisco
     Per molte, e molte cause, e per gl’istessi
     Movimenti del ciel, che l’universo,
     Che tanto è difettoso, esser non puote
     Da i Dei creato; e quant’io dico, o Memmio,
     255Dopo a suo luogo mostrerotti a lungo.
Or del moto vo’ dir ciò che mi resta.
     Quì, s’io non erro, di provarti è luogo,
     Che per se stesso nessun corpo mai


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