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di Tito Lucrezio Lib. II. 65

     Cioè che i corpi, che vagar tu miri
     Entro a i raggi del Sol confusi, e misti
     180Mostrano ancor, che la materia prima
     Ha moti impercettibili ed occulti:
     Che molti quivi ne vedrai sovente
     Cangiar viaggio, e risospinti indietro
     Or qua, or là, or su, or giù tornare,
     185E finalmente in ogni parte; e questo
     È sol, perchè i principj, i quai per se
     Movonsi, e quindi poi le cose piccole,
     E quasi accosto alla virtù de’ semi,
     Dagli occulti lor colpi urtate anch’elle
     190Vengon commosse, ed esse stesse poi
     Non cessan d’agitar l’altre più grandi.
     Così da’ primi corpi il moto nasce,
     E chiaro fassi appoco appoco al senso;
     Sicchè si movon quelle cose al fine,
     195Che noi per entro a’ rai del Sol veggiamo;
     Nè per qual causa il fanno, aperto appare.
     Or qual principio da Natura i corpi
     Della prima materia abbian di moto,
     Quind’imparar puoi brevemente, o Memmio.
     200Pria quando l’alba di novella luce
     Orna la terra, e che per l’aer puro
     Varj augelli volando in dolci modi
     D’armoniose voci empion le selve;
     Come ratto allor soglia il Sol nascente

            di Tito Lucr. Caro T. XII.    E