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di Tito Lucrezio Lib. II. 59

     Cercar la via della lor vita, e sempre
     Contender tutti, o per sublime ingegno,
     O per nobile stirpe, e giorno, e notte
     Durare intollerabili fatiche
     20Sol per salir delle ricchezze al sommo,
     E potenza acquistar, scettri, e corone.
Misere umane menti, animi privi
     Del più bel lume di ragione: Oh quanta,
     Quanta ignoranza è quella, che v’offende!
     25Ed oh fra quanti perigliosi affanni
     Passate voi questa volante etade,
     Ciò ch’ella siasi! Or non vedete aperto,
     Che nulla brama la natura, e grida
     Altro giammai, se non che sano il corpo
     30Sia sempre; e che la mente ognor gioisca
     De’ piaceri del senso; e da se lungi
     Cacci ogni noja, ed ogni tema in bando?
     Chiaro dunque n’è pur, che poco è il nostro
     Bisogno, onde la vita si conservi,
     35Onde dal corpo ogni dolor si scacci.
     Che s’entro a regio albergo intagli aurati
     Di vezzosi fanciulli accese faci
     Non tengon nelle destre, onde abbian lume
     Le notturne vivande, emulo al giorno
     40Se non rifulge ampio palagio, e splende
     D’argento, e d’or, se di soffitte aurate
     Tempio non s’orna, e di canore cetre