Cercar la via della lor vita, e sempre
Contender tutti, o per sublime ingegno,
O per nobile stirpe, e giorno, e notte
Durare intollerabili fatiche 20Sol per salir delle ricchezze al sommo,
E potenza acquistar, scettri, e corone.
Misere umane menti, animi privi
Del più bel lume di ragione: Oh quanta,
Quanta ignoranza è quella, che v’offende! 25Ed oh fra quanti perigliosi affanni
Passate voi questa volante etade,
Ciò ch’ella siasi! Or non vedete aperto,
Che nulla brama la natura, e grida
Altro giammai, se non che sano il corpo 30Sia sempre; e che la mente ognor gioisca
De’ piaceri del senso; e da se lungi
Cacci ogni noja, ed ogni tema in bando?
Chiaro dunque n’è pur, che poco è il nostro
Bisogno, onde la vita si conservi, 35Onde dal corpo ogni dolor si scacci.
Che s’entro a regio albergo intagli aurati
Di vezzosi fanciulli accese faci
Non tengon nelle destre, onde abbian lume
Le notturne vivande, emulo al giorno 40Se non rifulge ampio palagio, e splende
D’argento, e d’or, se di soffitte aurate
Tempio non s’orna, e di canore cetre