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di Tito Lucrezio Lib. I. 49

     1285Parimente provammo; esaminiamo,
     S’egli sia circoscritto, o pur si stenda
     Profondissimamente in tratto immenso.
In tutto adunque in infinito è sparso
     Per ogni banda; poich’aver dovrebbe
     1290Qualche termine estremo, il qual non puote
     Aver nulla giammai, se un’altra cosa
     Non è fuora di lui, che lo circondi.
     Ma perchè fuor del tutto esser non puote
     Niente al certo, ei non ha dunque alcuno
     1295Termine, o fine, o meta; e nulla importa
     In qual parte tu sia: qualunque luogo,
     Che tu possegga, d’ogni intorno lascia
     Egualmente altro spazio in infinito.
In oltre, dato che finito ei fosse
     1300Tutto quanto è lo spazio, io ti domando:
     S’alcun giungesse all’ultimo confine,
     E fuor vibrasse una saetta alata,
     Che vuoi più tosto? ch’ella spinta innanzi
     Dalla robusta man volando gisse
     1305Là dove fosse indirizzata? o pensi,
     Che qualche cosa le impedisse il moto?
     Qui d’uopo è pur, che l’un, o l’altro accetti,
     E lo creda per ver; ma l’un, e l’altro
     Ti racchiude ogni scampo, anzi ti sforza
     1310A confessar l’immensità del mondo;
     Poichè o venga impedita, o le sia tolte

            di Tito Lucr. Caro T. XXII.    D