1150Son mortali esse ancor; poichè perire
Con gli occhi stessi pur si veggon tutte
Da gualche violenza oppresse, e vinte.
Ma tu già sai, ch’annichilar, non puossi
Nulla, nè nulla mai crear dal nulla. 1155In oltre perchè il cibo accresce, e nutre
Il nostro corpo, è da saper, ch’abbiamo
E le vene, ed i nervi, il sangue, e l’ossa
Miste, e composte di straniere parti.
E se diranno esser mischiati i cibi 1160Di più sostanze, e corpicciuoli avere
D’ossa, di nervi, di vene, e di sangue,
D’uopo sarà, che il secco cibo, e il molle
Composto sia di forestiere cose;
Anzi null’altro sia, che un guazzabuglio 1165D’ossa, di sangue, di vene, e di nervi.
In oltre tutto ciò che in terra nasce,
S’egli quivi si trova, egli è pur d’uopo
Che sia la terra di stranieri corpi
Anch’ella un seminario: e con le stesse 1170Parole appunto, argomentar ne lice
D’ogni altra cosa; onde se il legno occulta
La cenere, il carbon la fiamma, e il fumo,
Di forestiere parti il legno è fatto.
Or qui parmi, che resti un solo scudo 1175Debole e mal sicuro, onde schermirsi
Anassagora tenta. Ei crede adunque,