Dal comun Caos, ed accozzarle insieme;
E così l’ossa di minute, e piccole 1125Ossa si creino, e di minute e picciole
Viscere anco le viscere si formino:
Da più bricioli d’or l’oro si generi:
Cresca la terra di minute terre:
Di fochi il foco, d’acque l’acqua, e finge, 1130Ch’ogni altra cosa in guisa tal si faccia;
Nè concede tra ’l pieno il vuoto spazio,
Nè termin pone allo spezzar de’ corpi;
Onde a me par, quand’io vi penso, ch’egli
E nell’uno, e nell’altro erri ugualmente, 1135Come color, che poco avanti io dissi.
Aggiungi, ch’egli delle cose i semi
Troppo deboli fa, se pure i semi
Per natura fra lor sono uniformi;
Anzi son pur l’istesse cose, ed hanno 1140Egual travaglio, egual periglio, e nulla
Può frenargli giammai, nè proibirgli
Che non corrano a morte, e quale è d’essi,
Che mille, e mille colpi, urti, e percosse
A soffrir basti, e finalmente anch’egli 1145Non muoja, e si dissolva? Il foco, o l’acqua,
O l’aere? Qual di questi? II sangue, o l’ossa?
Nessun cred’io, mentre egualmente tutti
Sarian mortali, in quella guisa appunto,
Che l’altre cose manifeste al senso