O pur la terra per se stessa e volle, 935Ch’una sol cosa si trasformi in tutte,
Par, che lungi dal vero errando gisse.
Aggiungi ancor chi delle cose addoppia
Gli alti principj, e l’aria aggiunge al foco,
O la terra all’umore, e chi si pensa 940Che di quattro sostanze il tutto possa
Generarsi di foco, aria, acqua e terra,
De’ quali il primo Empedocle chiamossi,
Uom Greco, e che per Patria ebbe Agrigento
Città, ch’è posta entro il paese aprico 945Dell’Isola triforme, intorno cinta
Con ampj anfratti dall’Jonio mare,
Ch’ondeggiando continuo il lido asperge
D’acque cerulee, e per angusta foce
Scorrendo rapidissimo divide 950Dall’italiche spiagge i suoi confini:
È qui Scilla, e Cariddi, e qui minaccia
Con orrendo fragor l’Etneo Gigante
Di risvegliar gli antichi sdegni e l’onte,
E di nuovo eruttar dall’ampie fauci 955Contro il nimico ciel folgori ardenti.
Oltre a tai meraviglie il suol benigno
Di cortesia, di gentilezza ornata
Qui produce la gente, e qui cotanto
D’uomini illustri, e d’ogni bene abbonda, 960Che per cosa mirabile s’addita.