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36 di Tito Lucrezio Lib. I.

     O pur la terra per se stessa e volle,
     935Ch’una sol cosa si trasformi in tutte,
     Par, che lungi dal vero errando gisse.
Aggiungi ancor chi delle cose addoppia
     Gli alti principj, e l’aria aggiunge al foco,
     O la terra all’umore, e chi si pensa
     940Che di quattro sostanze il tutto possa
     Generarsi di foco, aria, acqua e terra,
     De’ quali il primo Empedocle chiamossi,
     Uom Greco, e che per Patria ebbe Agrigento
     Città, ch’è posta entro il paese aprico
     945Dell’Isola triforme, intorno cinta
     Con ampj anfratti dall’Jonio mare,
     Ch’ondeggiando continuo il lido asperge
     D’acque cerulee, e per angusta foce
     Scorrendo rapidissimo divide
     950Dall’italiche spiagge i suoi confini:
     È qui Scilla, e Cariddi, e qui minaccia
     Con orrendo fragor l’Etneo Gigante
     Di risvegliar gli antichi sdegni e l’onte,
     E di nuovo eruttar dall’ampie fauci
     955Contro il nimico ciel folgori ardenti.
     Oltre a tai meraviglie il suol benigno
     Di cortesia, di gentilezza ornata
     Qui produce la gente, e qui cotanto
     D’uomini illustri, e d’ogni bene abbonda,
     960Che per cosa mirabile s’addita.