880Non veggon poi, che concedendo questo,
Forz’è, che il foco si corrompa in nulla
Tutto, e del nulla anco rinasca il tutto;
Poichè qualunque corpo il termin passa
Da Natura prescritto all’esser suo, 885Quest’è sua morte, e non è più quel desso;
Ond’è mestier, che qualche parte intatta
Ne resti, acciocchè il tutto omai non torni
Al nulla, e poi del nulla anco rinasca.
Or dunque perchè sotto alcuni corpi, 890Che servan sempre una medesma essenza,
Per l’entrata de’ quai, per la partita,
E per l’ordin cangiato il tutto cangia
Natura, e si trasforma in nuove forme,
Sappi, ch’essi non ponno esser di foco; 895Perchè indarno partirsi, ire, e tornare
Potrian alcuni, altri venirne, ed altri
Variare il primiero ordine, e sito:
Giacchè se tutti per natura ardessero,
Tutto ciò che si crea, foco sarebbe. 900Ma così va, s’io non m’inganno: alcuni
Corpi sono nel mondo, i cui concorsi,
Gli ordini, i moti, le figure, i siti
Far ponno il foco, e ch’ordin poi mutando,
Mutan anco natura, e più non sono 905O foco, o fiamma, od altro corpo ardente,
Che vibri al senso le sue parti, e possa