Che distinguon dal pieno il vuoto spazio.
Questi mai non offende esterna forza:
Ogni percossa è vana a dissipate
La loro indissipabile sostanza: 695Poichè nulla, che sia di Vuoto privo,
Non par, che possa, esser urtato in modo,
Che si spezzi ’n due parti, e si divida,
Nè dar luogo all’umore, al freddo, al caldo,
Onde ogni cosa vien ridotta al fine: 700Ma quanto più di Vuoto in se racchiude,
Tanto più penetrato agevolmente
Dagli, esterni nemici è poi distrutto.
Dunque se i primi corpi impenetrabili
Sono, e senz’alcun Vuoto, è forza al certo, 705Come già t’insegnai, che siano, eterni.
S‘eterna in oltre la materia prima
Stata non fosse, al nulla omai ridotto
E dal nulla rinato il tutto fora.
Ma perchè chiaro io t’ho mostrato avanti, 710Che nulla mai si può crear dal nulla,
Nè mai cosa creata annichilarsi;
Forz’è pur confessar, che i primi semi
Sian di corpo immortale, in cui si possa
Dissolver finalmente ogni altro corpo; 715Acciò che sempre la materia in pronto
Sia per rifar le già disfatte cose.
Per lor simplicità dunque i principj