Morir quaggiù; se la Natura industre
Sempre dell’un l’altro ristora, e mai
Nascer non puote alcuna cosa, al mondo, 370Se non se prima ne perisce un’altra.
Or via, giacchè fin’ora io t’ho dimostro,
Che nulla mai si può crear dal nulla,
Nè mai cosa creata annichilarsi;
Acciò tu nondimen dei detti miei 375Non abbi a diffidar, perchè non puoi
Dille cose veder gli alti principj,
Ascolta in oltre; ed a quei corpi attendi,
Che tu medesmo a confessar costretto
Sei, che pur son benchè non puoi vedergli. 380Pria se vento gagliardo il mare sferza
Con incredibil violenza ignota,
Le smisurate navi urta e fracassa:
Or ne porta sull’ali atre, tempeste,
Or via le scaccia, e ne fa chiaro il giorno; 385Talor pe’ campi infurìato scorre
Con turbo orrendo, e le gran piante atterra;
Talor le selve annose in su gli eccelsi
Monti con soffio impetuoso svelle;
Tal con fiero e crudel mormore insorto 390Geme, freme; s’infuria, e il Ciel minaccia.
Son dunque i venti un invisibil corpo,
Che la terra, che il mare, ch’il ciel profondo
Trae seco a forza, e ne fa strage e scempio;