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di Tito Lucrezio Lib. IV. 247

     E se per avventura il viril seme
     1745Fia nel carnal congiungimento attratto,
     E con subita forza a se rapito
     Dal seme femminil, dal patrio seme
     Nascono i figli allor simili al padre,
     Dal materno alla madre; e se talvolta
     1750Vedesi alcun, che d’ambidue l’effigie
     Egualmente ritenga, e in un confonda
     De’ genitori i volti, ei dal paterno
     Corpo è cresciuto, e del materno sangue;
     Mentre eccitati per le membra i semi
     1755Da scambievole ardor, furo in tal guisa
     Sbattuti insieme, e rimenati, e misti,
     Che nè questi, nè quel vinto, o vincente
     Dir si potèo nell’amoroso incontro.
     Posson anco alle volte a gli avi loro
     1760Nascer simili i figli, e de’ proavi
     Rinovar le sembianze; e ciò succede
     Perchè spesso mischiati in molti modi
     Celano i genitor molti principj
     Nel proprio corpo, che di mano in mano
     1765Dalla stirpe discesi, i padri a’ padri
     Danno; e quindi è, che Venere produce
     Con diversa fortuna aspetti varj,
     E de’ nostri Antenati i volti imita,
     I moti, i gesti; le parole, e il pelo
     1770Posciachè nulla meno è certo il seme,