La donna, allor che nelle braccia accoglie
Dell’uomo il corpo, e lo si stringe al seno,
E co’ succhiati labbri umetta i baci. 1720Conciossiachè di core il fa sovente
Cercando il comun gaudio, e s’affatica
Di giunger tosto all’amorosa meta:
Nè per altra cagione a maschj loro
Sottopor si potrian gli augelli, e i greggi, 1725E gli armenti, e le fere, e le cavalle,
Se non perch’ardon di lussuria, e tutte
Di focoso desio pregne, e di seme
Vien liete incontro al genital diletto
De’ lascivi mariti, ed a vicenda 1730Il maneggiano anch’esse. Or tu non vedi
Forse, come color, che spesso avvinti
Furon da vicendevole piacere,
Nella stessa prigione, e fra gli stessi
Lacci sian tormentati? Anzi sovente 1735Per le pubbliche vie sogliono i cani
Tentar di separarsi, ed ogni sforzo
Mettere in ciò, mentre legati intanto
Stan con nodi venerei: il che per certo
Far non potrian, se di scambievol gusto 1740Non gioissero in prima, onde ingannati
Fossero, e strettamente aggiunti.
Dunque voglia, o non voglia, il gaudio loro
È comun senza dubbio, e vicendevole.