Piccioletta la Nana, e delle Grazie
O sorella, o compagna, e tutta sale. 1665Quella, che immane è di statura, altrui
Terrore insieme, e meraviglia apporta,
Piena d’onor, di maestà nel volto:
È balba, e quasi favellar non puote?
Fra se stessa borbotta, è muta affatto? 1670Un ingenuo pudor fa, che non parli:
È ardente, odiosa, e linguacciuta?
Fia lampa fiammeggiante: È tisicuzza,
E co’ denti tien l’anima? vien detta
Gracile e gentilina: È morta omai 1675Di tosse? Cagionevole s’appella:
È paffuta, popputa, e naticuta?
Sembra Cerere stessa amica a Bacco:
Sime ha le nari? è Satira, o Silena:
Grosse ha le labbra sue? bocca è da baci. 1680Ma lungo fia, s’io ti racconto il resto.
Ma pur sia, quanto vuoi, bella di faccia;
Paja a Venere stessa in ogni membro
Di leggiadria, di venustà simìle:
Ben dell’altre ne son; ben senza questa 1685Vivemmo innanzi; ben si sa, che tutte
Fan le cose medesime, che fanno
Quelle, che son deformi. Ed ella in oltre
Di biacca intride, e di cinabro il volto,
Folle, e con tetri odor se stessa ammorba