Venere attende a seminare i campi
Delle giovani donne, avidamente
Congiungon petto a petto, e bocca a bocca, 1585E mordendosi ’l volto ansano indarno;
Poichè quindi limar nulla non ponno,
Nè penetrar con tutt’il corpo il corpo,
Come par, che talvolta abbian talento:
Sì desiosamente avviticchiati 1590Stan con lacci venerei, infin che lassi
Per soverchio piacer solvonsi i membri.
Al fin poi che l’ardor ne i nervi accolto
Fuor se n’uscìo, la violenta brama
Ha qualche pausa. Indi la rabbia stessa 1595Riede, e ’l furor; mentre toccar di novo
Cercan l’amato corpo, e mai non ponno
Arte alcuna trovar, che gli ristori
Dal mal, che gli ange, e lor tormenta il core:
Tal per cieca ferita incerti errando 1600Tabidi fansi a poco a poco, e mancano.
Aggiungi, che il vigor scema e la forza;
Che l’angosce, e i travagli ognor n’afliggono;
Che sotto al cenno altrui l’età si logora;
La roba intanto si disperde e fonde, 1605Dansi le sicurtà, langue ogni uffizio,
E la gloria, e la fama egre vacillano:
Splende d’unguenti ’l crin, ridono in piede
Sicionj coturni, ornan le dita