Mover le membra; e da qual urto il grave
Pondo del nostro corpo impulso e moto 1260Abbia, vo’ dir: tu quel, ch’io dico, ascolta.
L’effigie pria d’andar fassi alla mente
Incontro, e la percote: indi si crea
La volontà, poichè nessun non piglia
Mai nulla a far, se no ’l prevede e vuole 1265L’animo in pria: ma senza dubbio è d’uopo,
Che di ciò ch’ei prevede, i simolacri
Gli sian già noti e manifesti. Adunque
Tosto che dall’immagini è commossa
La mente in guisa tal, che stabilito 1270Abbia di gir, fiede il vigor dell’alma,
Ch’è diviso e disperso in tutto il corpo,
E pe’ nervi, e pe’ muscoli: nè questo
È difficile a far; poichè congiunto
L’uno è con l’altro: indi ’l vigor predetto 1275Ne percote le membra, e così tutta
Spinta è la mole a poco a poco e mossa.
In oltre allor d’ogni animale il corpo
Divien molto più raro; e come deve,
L’aria, che sempre per natura è mobile, 1280Largamente vi penetra, e per tutte
Le sue minime parti si diffonde:
E quindi avvien, che qual naviglio urtato
Dalle vele, e da’ venti, il corpo nostro
Per due cause congiunte al fin si more.