Un continuo parlar, che cominciando
Dal primo albor della nascente aurora
Duri insino alla cieca ombra notturna, 775Massime s’egli è sparso in larga vena
Con altissime strida. Egli è pur forza
Dunque, ch’ogni parola, ed ogni voce
Corporea sia; poichè parlando l’uomo,
Sempre del corpo suo perde una parte; 780Nè conforme simìl possono i semi
Penetrar nell’orecchie, allor che mugge
La tromba, o ’l corno in murmure depresso,
Ed allor che morendo al canto snoda
La lingua il bianco cigno, e di soavi, 785Benchè flebili voci empie le valli
Del canoro Elicona, ove già nacque.
Dunque da noi son certamente espresse
Le voci in un co ’l corpo, e fuor mandate
Con dritta bocca. La dedalea lingua. 790Variamente movendosi gli accenti
Articola, e la forma delle labbra
Dà forma in parte alle parole anch’essa.
Dall’asprezza de’ semi è poi creata
L’asprezza della voce, e parimente 795Il levor dal levor. Che se per lungo
Spazio correr non dee prima che possa
Penetrar nell’orecchie, ogni parola
Si sente articolata, e si distingue