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198 di Tito Lucrezio Lib. IV.

     Riflessa indietro a veder gli occhi torna,
     E cacciandos’innanzi, e rivolgendo
     Tutto l’aer secondo, opra, che prima
     Veggiam questo, che lei. Quindi l’immago
     425Dallo specchio altrettanto appar lontana,
     Quanto dall’occhio ei situato è lungi.
     Sappi oltre a ciò, che delle nostre membra
     Quella parte, ch’è destra, entro allo specchio
     Sinistra esser n’appare: e questo accade,
     430Perchè giungendo al piano suo l’immago,
     L’urta, e da lui non è riflessa intatta;
     Ma drittamente ripercossa e infranta:
     Qual se una molle maschera di creta,
     Battuta in un pilastro, o in una trave
     435Sì nella fronte la primiera forma
     Serbi indietro volgendosi, che possa
     Esprimer se medesma in un istante,
     L’occhio, che fu sinistro, allor farassi
     Destro; e sinistro pe ’l contrario il destro,
440Ponno ancor tramandarsi i simolacri
     Di specchio in specchio, e generar talora
     Cinque immagini, o sei. Poichè qualunque
     Cosa, ancorchè remota e posta in parte
     Occulta al veder nostro, indi si puote
     445Trar con più specchi in varj siti e certi
     Locati alternamente, e far, che giunga
     D’essa per torte vie l’effigie all’occhio: