205Che le nubi talor miransi in alto
Facilmente accozzarsi, e la serena
Faccia turbar del mondo, e’l cielo intanto
Lenir co’l moto: conciossiachè spesso
Ne sembra di veder per l’aere errando 210Volar giganti smisurati, e l’ombra
Distender largamente, e spesso ancora
Gran monti, e sassi da gran monti svelti
Precorrere, e seguir del sole i raggi;
E belve al fin di non ben noto aspetto 215Trar seco, e generar nembi, e tempeste.
Or quanto agevolmente, e come presto
Sian generati, e dalle cose esalino
Perpetuamente, e sdrucciolando cedano,
Tu quindi apprendi: poichè sempre in pronto 220Ogni estremo è de’ corpi, onde si possa
Vibrare; e quando all’altre cose arriva,
Le penetra, e le passa; e ciò gli avviene
Principalmente in quelle vesti urtando,
Che inteste son di sottil filo, e raro: 225Ma se ne’ rozzi sassi, o nell’opaco
Legno percote, ivi si spezza in guisa,
Che simolacro alçun non puote a gli occhi
Rappresentar. Ma se gli fieno opposti
Corpi lucidi, e densi, in quella guisa, 230Che sovra ogni altro di cristallo terso
E di forbito acciar sono gli specchi,