Di grazia, e di lepor ridon le cose 125Di dentro, avendo in un balen concetta
L’alma luce del dì. Se dunque il panno
Dall’esterne sue parti il color vibra,
Mestiero è pur, che tutte l’altre cose
Vibrino il tenue simolacro loro; 130Posciachè quello, e questi è dall’esterne
Parti scagliato. Omai son certi adunque
Delle forme i vestigj, che per tutto
Volano, e son di sottil filo intesti,
Nè mai posson disgiunti ad uno ad uno 135Esser visti da noi. L’odore in oltre,
Il fumo, il vapor caldo, e gli altri corpi
Simili errar soglion diffusi e sparsi
Lungi da quelle cose, ond’esalaro;
Perchè venendo dalle parti interne, 140Nati dentro di lor per tortuose
Vie camminando, son divisi, e curve
Trovan le porte, ond’eccitati al fine
Tentan d’uscir. Ma pe ’l contrario allora
Che le tenui membrane dall’estremo 145Color de’ corpi son vibrate intorno,
Cosa non è, che dissipar le possa;
Perch’elle in pronto sono, e nella prima
Fronte locate. Finalmente è d’uopo,
Che ciascun simolacro, che apparisce 150Negli specchj, nell’acqua, ed in qualunque