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di itoT Lucrezio Lib. III. 181

     Non fia nulla però men sempiterna
     La morte, che l’aspetta; e senza dubbio
     Nulla men lungamente avrà perduto
     L’esser colui, che terminò la vita
     1640Questo giorno medesimo, di quello,
     Che già morìo molti, e molt’anni innanzi.




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