Vorrian con detti, omai scioglier se stessi 1340Potranno e dall’angoscia, e dal timore,
Venti contrarj alla tranquilla vita.
Tu, qual da morte addormentato sei,
Tale al certo sarai nella futura
Età privo d’affanno, e di cordoglio: 1345Ma noi vicini al tuo sepolcro orrendo
Te piangeremo insaziabilmente
Dal rogo in poca cenere converso;
Nè l’eterno dolor dal cor profondo
Tolto mai ne sarà. Chiedere adunque 1350Deggiamo a questi: che vi sia d’amaro
Cotanto, se una cosa omai ritorna
Al sonno, alla quiete? e qual cagione
Abbia alcun di dolersi, pianger sempre?
Sogliono ancor, mentre sedendo a mensa 1355Tengon gli uomini in man coppe spumanti,
Di ghirlande odorose ornati il crine
Dirsi di cuor l’un l’altro: è breve il frutto
Del bere, e ’l già godemmo, e nel futuro
Forse più no ’l godrem; quasi il maggiore 1360Mal, che la tomba a questi tali apporti,
Sia l’esser dalla sete arsi e consunti;
O dall’arida terra, o da qualunque
Altro desio miseramente afflitti.
Ma nè la vita sua, nè se ricerca 1365Alcun, mentre di par giaccion sopiti