1285Nè punto differir da quei, che nati
Unqua al mondo non son quegli, a cui tolta
Fu da morte immortal vita mortale.
Onde se vedi alcun, che di se stesso
Abbia compassion, perchè sepolto 1290Dopo morte il suo corpo, imputridirsi
Debba, o da fiamme ardenti esser consunto,
O dilaniato da rapaci augelli,
O da fiere sbranato; indi ti lice
Saper, che non sincero il cor gli punge 1295Qualche stimolo cieco, ancorch’ei neghi
Di creder, che sentir dopo la morte
Si possa alcuna cosa, onde non serba
Ciò che promette largamente altrui,
Ne dalla vita se medesmo affatto 1300Stacca; ma no ’l sapendo, alcuna parte
Fa, che resti di se: che mentre vivo
L’uom pensa, che morendo o degli augelli
Fia pasto il proprio corpo, o delle belve,
Testo di se medesimo gl’incresce, 1305Sol perchè non si libera a bastanza
Dal corpo a gli animai gettato in preda;
Ma quel si finge, e del suo proprio senso
L’infetta; e quindi a lui stando presente
D’esser nato mortal sdegna, e non vede, 1310Che nella vera morte esser non puote
Nessun altro se stesso, il qual vivendo