Nulla dunque è la morte, e nulla all’uomo
Appartenersi può, poichè mortale
È l’alma: e come ne’ trascorsi tempi
Nulla afflitti sentimmo, allor che il fiero 1235Annibale inondò d’arme, e d’armati
Del Lazio i campi, che squassato il tutto
Da così spaventevole tumulto
Di guerra, sotto l’alte aure dell’etere
Tremò sovente, e fu più volte in dubbio 1240Sotto qual di due popoli dovesse
Cader l’impero universal del mondo;
Tale appunto sentir nulla potremo
Tostochè fra di lor l’anima, e ’l corpo,
Dell’union de’ quai l’uomo è formato, 1245Disuniti saranno. A noi per certo,
Che allor più non saremo, accader nulla
Più non potrà: non se confuso, e misto
Fia con la terra il mar, co ’l mare il cielo.
Senzachè, se distratta omai del nostro 1250Corpo la mente, e l’energia dell’alma
Sentir potesse, non per tanto a noi
Ciò nulla apparterrai perchè formati
Siam d’anima, e di corpo unitamente.
Nè se l’età future avranno i semi 1255Nostri raccolti dopo morte, ed anco
Di novo allo stess’ordine ridotti
C’hanno al presente, onde ne sia concesso