Ma s’ella poi dalle sincere membra
Sen fugge in guisa, che nel corpo alcuna
Parte di se medesima non lasci, 1045Onde spirano i vermi entro alle viscere
Già rance de’ cadaveri, e sì grande
Numero d’animali affatto privi
D’ossa, e di sangue in ogni parte ondeggia
Per le tumide membra, e per gli articoli? 1050Che se tu forse insinuarsi a’ vermi
L’anime credi, e per di fuori entrare
Ignude entro lor corpi; e non consideri,
Come mille, e mill’anime s’adunino
In quel corpo medesmo, onde una sola 1055Già si partìo, ciò nondimeno è tale,
Che sembra pur, che ricercar si debba,
E forte dubitar, se l’alme i semi
Si procaccin de’ vermi ad un ad uno,
E i luoghi, ove abitar denno, esse stesse 1060Si vadan fabbricando, o pur di fuori
Sian ne’ corpi già fatti insinuate.
Ma nè come operar debbano, o come
Affaticarsi l’anime, ridire
Non puossi: conciossiachè senza corpo 1065Inquiete e sollecite non vanno
Qua, e là svolazzando a forza spinte
O dal male, o dal freddo o dalla fame.
Che per questi difetti, ed a tal fine