Sicchè d’uopo ti fia dir, che perisce
L’alma di prima, e che all’incontro quella, 990Ch’or nel corpo dimora, or si creasse.
Aggiungi, che se in noi l’animo è chiuso
Poi che ’l corpo è perfetto, allor che nasce
L’uomo, e che pria ne’ limitari il piede
Pon della vita, in nessun modo al certo 995Non converria, ch’egli nel sangue immerso
Co ’l corpo, e con le membra in simil guisa
Crescer paresse, anzi dovria per se
Viver solo a se stesso, e quasi in gabbia.
Onde voglia, o non voglia, è pur mestiero, 1000Che si credan da noi l’alme, e le menti
Natìe non pur, ma sottoposte a morte.
Posciachè se di fuori insinuate
Fossero, non potriansi strettamente
A i corpi unirsi, il che pur mostra aperto 1005Il senso a noi; mentre connesse in guisa
Per le vene, pe’ nervi, e per le viscere
Sono, e per l’ossa, che gli stessi denti
Son di senso partecipi; siccome
N’additano i lor mali, e lo stridore 1010Dell’acqua fredda, e le pietruzze infrante
Da noi con essi in masticando il pane:
Nè sì conteste essendo, uscirne intatte
Potranno, e salve se medesme sciorre
E da’ nervi, e dall’ossa, e dagli articoli,