610Natìe non pur, ma sottoposte a morte,
Io vo’ seguire ad ordinar condegni
Versi della tua vita, e da me cerchi
Lungo spazio di tempo, e ritrovati
Con soave fatica. Or su fra tanto 615L’un di questi due nomi all’altro accoppia;
E quand’io, verbigrazia, esser mortale
L’alma t’insegno, a creder t’apparecchia,
Che tale anco è la mente, in quanto l’una
Fa congiunta con l’altra un sol composto: 620Pria, perchè già la dimostrammo innanzi
Di corpi sottilissimi e minuti,
E fatta di principj assai minori
Di quelli, onde si forma il chiaro e liquido
Umor dell’acqua, o pur la nebbia, o il fumo; 625Poichè nell’esser mobile d’assai
Vince tai cose, e per cagion più lieve
È sovente agitata; anzi talvolta
Commossa è sol da simulacri ignudi
In lei dall’acqua, o dalla nebbia impressi, 630O pur dal fumo: il che succede allora
Che noi sopiti in placida quiete
Veggiam per l’aere atri vapori, e fumo
D’ogn’intorno esalar sublimi Altari;
Posciachè tali immagini per certo 635Formansi in noi. Or se tu vedi adunque,
Che rotti i vasi in ogni parte scorre