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XIII |
PROTESTA
DEL TRADUTTORE.
TITO Lucrezio Caro per sua disavventura nacque Gentile, e fu di Setta Epicureo, per la qual cosa tu non potrai punto maravigliarti, o pio e discreto Lettore, s’egli in molti luoghi fu contrario alla Religione. Io nondimeno scorgendo in esso fra le tenebre di pochi errori vivamente risplendere molti lumi della più salda e più sensata filosofia, e della più robusta e più nobile Poesia, non ho stimato se non ben fatto l’arricchire d’opra sì degna la mia volgare materna lingua. Sappi però, ch’io talmente abborrisco gli empj suoi dogmi intorno all’anima umana, ed al sommo Iddio, e sì fattamente gli detesto, che per difesa de’ loro contrarj sarei prontissimo (ogni qualvolta il bisogno ciò richiedesse) non solo ad impiegare tutto l’ingegno e le forze mie, ma anco a spargere tutto il mio sangue; avvegnachè io mi pregi veramente d’esser Filosofo, ma più mi glorj d’esser Cristiano. Con questi medesimi sentimenti