Fra paurosi Cervi, e Leon fieri.
Tale anch’è l’uman Germe; e benchè molti 450Siano egualmente di dottrina adorni,
Restan però nella natura impresse
Di qualunque alma le vestigie prime.
Ne già creder si dee, che la virtude,
Siasi quanto esser voglia eccelsa e grande, 455Sveller possa giammai dalle radici
Dell’uomo i vizj; e proibir, che Questi
Più facilmente non trascorra all’ire;
Quei dal freddo timor più presto alquanto
Assalito non venga; e più del giusto 460Non sia quell’altro placido, e clemente:
Anzi è mestier, che in altre cose cose assai
Degli uomini fra lor sian differenti
Le nature, e diversi anco i costumi;
Che dipendon da quelle. E s’io non posse 465Di tai cose spiegar le cause occulte,
Nè tanti nomi di figure imporre,
Quanti d’uopo sariano a quei principj,
Onde sì gran diversità di cose
Nasce nel mondo, io per me credo almeno 470Di potere affermar, che i naturali
Primi vestigj, che non puote affatto
Discacciar la ragion, sì lievemente
Restino impressi in noi, che nulla possa
Vietare all’uom, che placida, e tranquilla,