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DI TITO

LUCREZIO CARO

DELLA NATURA DELLE COSE.

LIBRO TERZO.

O tu, che in mezzo a così buje e dense
     Tenebre d’ignoranza erger potesti
     D’alto saver sì luminosa lampa,
     Di nostra vita i comodi illustrando,
     5Io seguo te: te della Greca Gente
     Onore, e de’ piè miei fissi i vestigj
     Imprimo, ove tu già l’orme segnasti;
     Non per desio di gareggiar, ma solo
     Per dolce amore, onde imitarti agogno:
     10Che come può la rondinella a prova
     Cantar co’ cigni del Caistro? O come
     Ponno agguagliar le smisurate forze
     De’ Leoni i Capretti? e con le membra
     Molli ancor per l’etade e vacillanti
     15Vincer nel corso le veloci Damme?