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96 di Tito Lucrezio Lib. II.

     I quai nè unirsi ad alcun membro, o quivi
     1015Produr moti vitali, ed animarsi
     Non poteron giammai. Ma perchè forse
     Tu non credessi a queste leggi astretti
     Solo i viventi, una ragione stessa
     Decide il tutto: che siccome in tutta
     1020L’essenza lor le generate cose
     Son tra lor varie; in cotal guisa appunto
     Forz’è, che di dissimili figure
     Abbiano i semi lor, non perchè molte
     Sian di forma fra lor poco simili;
     1025Ma sol perchè non tutte in ogni parte
     Hanno eguale ogni cosa: o varj essendo
     I semi, è di mestier, che differenti
     Sian le percosse, l’unioni, i pesi,
     I concorsi, le vie, gli spazj, i moti;
     1030I quai non pur degli animali i corpi
     Disgiungon, ma la terra, e ’l mar profondo,
     E ’l Cielo immenso dal terrestre Globo.
Or porgi in oltre a questi versi orecchio
     Da me con soavissima fatica
     1035Composti, acciò tu non pensassi, o Memmio,
     Che nate sian da candidi principj
     Le bianche cose, o che di nero seme
     Si producan le nere; o pur che quelle,
     Che son gialle, e vermiglie, azzurre, o perse,
     1040O rancie, o di qualunque altro colore,