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di Tito Lucrezio Lib. II. 87

     Qualch’esempio rarissimo. Ma posto
     Che fosse al mondo per natura un corpo
     Cotanto singolar, ch’a lui simile
     775Null’altro sia nell’universo intero;
     Se non per tanto de’ principj suoi
     Non fia la moltitudine infinita,
     Ond’ella concepirsi, o generarsi
     Possa, non potrà mai nascere al mondo;
     780Nè, benchè nata, alimentarsi, e crescere.
     Poichè fingi co’ gli occhi, che finiti
     Semi d’una sol cosa in varie parti
     Vadan pe ’l Vano immenso a volo errando:
     Onde, dove, in che guisa, e con qual forza
     785In così vasto pelago, e fra tanta
     Moltitudine altrui potranno insieme
     Accozzarsi giammai? Per quanto io credo,
     Ciò non faranno in nessun modo al certo.
     Ma qual se nasce in mezzo all’onde insane
     790Qualche grave naufragio, il mar cruccioso
     Sparger sovente in varie parti suole
     Banchi, antenne, timoni, alberi, e sarte,
     Poppe, e prore, e trinchetti, e remi a nuote
     In guisa che mirar puote ogni spiaggia
     795Delle navi sommerse i fluttuanti
     Arredi, che avvertir dovrian ciascuno
     Mortale ad ischivar del mare infido
     E l’insidie, e le forze, e i tradimenti;


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