Per le varie figure, onde son fatte:
Acciò tu forse non pensassi, o Memmio, 585Che l’aspr’orror della stridente sega
Formato fosse di rotondi, e lisci
Principj anch’egli, in quella guisa stessa
Che la soave melodia si forma
Da Musico gentile, allor che sveglia 590Con dotta man l’armoniose corde
Di canoro strumento; e non pensassi,
Che con la stessa forma i primi corpi
Possano penetrar nelle narici
Dell’uomo, allor che i puzzolenti, e tetri 595Cadaveri s’abbruciano, ed allora
Che tutta è sparsa di Cilicio croco
La nova scena, e di Panchei profumi
Arde di Giove il sacrosanto altare;
E non credessi, che i color leggiadri, 600E le nostre pupille a pascer atti
Abbian simili i proprj semi a quelli,
Che pungon gli occhi a lagrimar forzando,
E pajon brutti, e spaventosi in vista:
Poichè ogni causa, che diletta, e molce 605I sensi, ha lisci i suoi principj al certo:
Ma ciò ch’è pe ’l contrario aspro, e molesto,
Ha la materia sua scabrosa, e rozza.
Son poscia alcuni corpi, i quali affatto
Non debbono a ragion lisci stimarsi,