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76 di Tito Lucrezio Lib. II.

     475E quanto l’un dall’altro abbian diverse,
     E difformi le forme, e le figure:
     Non perchè sian di poco simil forma
     Molti di lor; ma perchè tutti eguali
     D’ogn’intorno non han tutte le cose.
     480Nè meraviglia è ciò, posciachè essendo
     Tanta la copia lor, che fine, e somma,
     Come già dimostrammo, aver non puote,
     Ben creder dessi, che non tutti in tutto
     Possan tutte le parti aver dotate
     485D’egual profilo, o di simil figura.
Oltre a ciò l’uman germe, e i muti armenti
     Degli squamosi pesci, e i lieti arbusti,
     E le fiere selvagge, e i vari augelli,
     O sian quei, che dell’acque i luoghi ameni
     490Amano, e vanno spaziando intorno
     Alle rive de’ fiumi, a i fonti, a i laghi,
     O quei, che delle selve abitatori
     Volan di ramo in ramo, or tu di questi
     Segui pure a pigliar qual più t’aggrada
     495Generalmente, e troverai, che tutti
     Han figure diverse, e forme varie.
     Nè potrebbero i figli in altra guisa
     Raffigurar le madri, nè le madri
     Riconoscere i figli: e pur veggiamo,
     500Che ciò far ponno, e senza error, non meno
     Che gli uomini fra lor si raffigurano.