7OIn propizio favor. Già tutte l’altre
Cose che ’n terra, e ’n ciel vede crearsi
L’uomo, allor che sovente incerto pende
Con pauroso cor, gli animi nostri
Co ’l timor degli Dei vili e codardi 75Rendono, e sotto i piè calcangli a terra;
Posciachè a dar l’impero a gl’immortali
Numi, ed a por nelle lor mani ’l tutto,
Sol ne sforza del ver l’alta ignoranza.
Che veder non potendo il volgo ignaro 8OLe cause in modo alcun d’opre sì fatte,
Le ascrive a’ sommi Dei. Poichè quantunque
Già sappia alcun, ch’imperturbabil sempre,
E tranquilla, e sicura i santi Numi
Menan l’etade in ciel; se nondimeno 85Meraviglia e stupor l’animo intanto
Gl’ingombra, onde ciò sia, che possan tutte
Generarsi le cose, e specialmente
Quelle, che sovra ’l capo altri vagheggia
Ne’ gran campi dell’Etra, ei nell’antiche 9OReligion cade di novo, e piglia
Per se stesso a se stesso aspri tiranni,
Che il miser crede onnipotenti: ignaro
Di ciò che puote, e che non puote al mondo
Prodursi; e come finalmente il tutto 95Ha poter limitato, e termin certo:
Ond’errante viepiù dal ver si scosta.