Di ricchi fregi, e di fin oro intesto;
Purchè veste plebea l’ignude membra 2125Ne copra, e dal rigor del verno algente
Possa intatti serbarne. Indarno adunque
Suda il genere uman sempre, e s’affanna,
E fra vani pensier l’età consuma,
Sol perch’ei non conosce, e non apprezza 2130Punto, qual sia dell’aver proprio il fine,
E fin dove il piacer vero s’estenda;
E ciò ne spinse a poco a poco in alto
Mare a fidar la vita a i venti infidi,
E fin dall’imo fondo ampj bollori 2135D’aspre guerre eccitò. Ma i vigilanti
Globi del sole, e della luna intorno
Girando, e compartendo il proprio lume
Al gran tempio, e versatile del mondo,
A gli uomin’insegnar, come dell’anno 2140Si volgan le stagioni; e come il tutto
Nasce con certa legge, ed ordin certo.
Già di forti muraglie, e di sublimi
Torri cinti viveansi, e già divisa
S’abitava la terra. Allor fioriva 2145Di curvi legni ’l mar; già collegati
L’un l’altro avean aiuti, avean compagni:
Quando in versi a cantar l’opre famose
Cominciaro i poeti, e poco innanzi
Fur le lettre inventate; indi non puote