Allora in uso eran gli scherzi, allora 2070Le facete parole, allora il dolce
Sganasciarsi di risa, allor festante
L’amorosa lascivia incoronava
Le spalle, e il capo con ghirlande inteste
Di fior novelli, e di novelle frondi, 2075Incitando a ballar quel popol rozzo
Goffamente, e senz’arte, ed a ferire
Con dolci salti alla gran madre il dorso;
Onde nascer solean dolci cachinni.
Perchè allor viepiù nuove, ed ammirande 2080Eran tai cose; e quindi avean del sonno
Il dovuto conforto i vigilanti,
Variando, e piegando in molti modi
Le voci, e il canto, e con adunco labbro
Scorrendo sovra i calami. E disceso 2085Quindi ancor si conserva un tal costume
Appo quei, che da morbo, e da nojosa
Cura infestati, il consueto sonno
Perdono. E benchè questi appreso omai
Abbiano il modo di sonar con arte, 2090Osservando de’ numeri concordi
Le varie specie, essi però maggiore
Frutto alcun di dolcezza indi non hanno
Di quel, che della terra i rozzi figli
Aveano allor: che le presenti cose 2095(Se non se forse di più care e dolci