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78 Di Tito Lucrezio Lib. V.

     Allora in uso eran gli scherzi, allora
     2070Le facete parole, allora il dolce
     Sganasciarsi di risa, allor festante
     L’amorosa lascivia incoronava
     Le spalle, e il capo con ghirlande inteste
     Di fior novelli, e di novelle frondi,
     2075Incitando a ballar quel popol rozzo
     Goffamente, e senz’arte, ed a ferire
     Con dolci salti alla gran madre il dorso;
     Onde nascer solean dolci cachinni.
     Perchè allor viepiù nuove, ed ammirande
     2080Eran tai cose; e quindi avean del sonno
     Il dovuto conforto i vigilanti,
     Variando, e piegando in molti modi
     Le voci, e il canto, e con adunco labbro
     Scorrendo sovra i calami. E disceso
     2085Quindi ancor si conserva un tal costume
     Appo quei, che da morbo, e da nojosa
     Cura infestati, il consueto sonno
     Perdono. E benchè questi appreso omai
     Abbiano il modo di sonar con arte,
     2090Osservando de’ numeri concordi
     Le varie specie, essi però maggiore
     Frutto alcun di dolcezza indi non hanno
     Di quel, che della terra i rozzi figli
     Aveano allor: che le presenti cose
     2095(Se non se forse di più care e dolci