Durava, e dura veramente eterna.
Nè punto a caso immaginar, che vinti
Esser non potean mai da forza alcuna
Quei, che di sì gran forza eran dotati.
E in oltre s’avvisar, che di fortuna 1750Superasser di molto ogni mortale;
Perchè mai della morte il rio timore
Non potea tormentarli; e perchè in sogno
Molte far gli vedean cose ammirande
Senza punto stancarsi. A ciò s’aggiunga, 1755Ch’ess’intorno vedean con ordin certo
Moversi ’l cielo, e in un co ’l ciel le varie
Stagion dell’anno; e non sapean di questo
Le varie cause investigare; e quindi
Prendean per lor refugio il dare a’ sommi 1760Numi il fren d’ogni cosa, e far, che il tutto
Obbedisca a’ lor cenni; e in ciel locavano
Degli alti Dei l’eterne sedi e i templi;
Perchè volgersi ’n ciel vedeano il sole,
La luna, il dì, la notte, e della notte 1765Tutti i lucidi segni, e le vaganti
Notturne faci, e le volanti fiamme,
E le nubi, e le piogge, e la rugiada,
La neve, i venti, e i fulmini, e l’acerba
Grandine, e i rapidissimi rimbombi 1770De’ tuoni, e il fiero murmure tremendo.
Povero uman lignaggio! Ahi quante allora