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di Tito Lucrezio Lib. V. 29

     E formò del suo grembo ampia caverna
     745Nel salso gorgo; e quanto più dall’Etra,
     E da’ raggi del sol di giorno in giorno
     Verso gli estremi limitari aperta,
     Sovra, e da tutti i lati era compressa,
     E con urti continui a condensarsi
     750Forzata, ed a ristringersi, ed unirsi
     Nel centro suo; tanto più spresso il salso
     Sudore usciane, e dilatato i molli
     Campi intorno accrescea del mare ondoso,
     E dell’aria i principj, e del vapore
     755Tanto più n’esalavano, e volando
     Lungi da terra, i chiari eccelsi templi
     Condensavan del ciel. Scendeano in tanto
     I campi, e s’appianavano, e degli alti
     Monti l’erto salia, che i duri sassi
     760Non poteano abbassarsi, ed egualmente
     Ceder tutte le parti. In cotal guisa
     Dunque formato di concreto corpo
     Fu della terra il pondo, e quasi un fango
     Di tutto il resto sdrucciolò nell’imo
     765Centro, e qual feccia si fermò nel fondo:
     Quindi ’l mar, quindi l’aere, e l’Etra ignifero
     Restar liquidi e puri, e l’un dell’altro
     Più lieve, e liquidissimo e purissimo
     L’Etere leggerissimo all’aeree
     770Aure sovrasta. E benchè queste all’Etere