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Appendice Lib. V. FAv. IV. 249

     Da un angolo spuntar vede, e repente
     Si lancia, e il piglia. Risero gli Dei,
     N’arrossì Giove, che dal regio trono,
     E dal ciel con tai motti la sbandìo.
     10Vivi qual merti, al compartito onore
     Se apprender non sapesti ugual costume.


FAVOLA   IV.

Il Leone, e il Sorcio.

A Non offendere i minori insegna
     La favola. * Dormendo ne la selva
     Un Leon, mentre a lui giocan d’intorno
     I villerecci sorci, un d’essi a caso
     5Sopra gli passa, e lo risveglia: pronto
     Il Leone lo arresta: ei d’imprudenza
     Reo si confessa, ed il perdon ne chiede.
     Vede il Leon da regio onor lontana
     Cotal vendetta, e mite a lui perdona.
     10Indi a poco di notte, mentre ei preda,
     Cerca a l’intorno, ne la fossa inciampa.
     Tosto che preso si conosce, al cielo
     Alza i ruggiti, al cui rimbombo orrendo
     Accorso il Sorcio, ogni timor deponi,
     15Gli dice: il mio sta col tuo dono a fronte: