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DELLE

FAVOLE

DI

FEDRO

LIBRO QUINTO.

PROLOGO

FErmo era di por fine a l’opra mia,
     Ricca perchè restasse altrui la messe:
     Il mio pensier quando entro me ripresi;
     Poichè imitar se alcun vuol mio lavoro,
     5Come può dirgli l’indovina mente,
     Ciò ch’io omisi per fama indi ritrarre?
     Ha il suo pensar ciascun, ha lo stil suo.
     Dunque avveduto, non leggier pensiero,
     Ciò che impresi a seguir, vie più m’indusse
     10Quinci poichè apportar ti suol diletto