S’accinge a far ritorno, e al mar s’affida. 10Tal legno ascende, cui sdruscito, fera
Tempesta in mezzo a l’onde, e fiede, ed apre.
Chi ciò ch’have di prezzo, e chi il danajo
De la vita sostegno, al seno stringe.
Un saccente: Simonide, deh nulla 15Di tue ricchezze prendi? Il tutto ho meco.
Rari scampan nuotando; i più sommerge
Il grave peso, e ciò che pur rimane,
Tolto lor da ladron’, restano ignudi.
Clazomene in buon punto era vicina, 20Cittade antica, e là drizzan suoi passi.
Uom de le Muse amico, che in gran pregio,
Ed in ammirazion have Simonide,
Di cui frequente leggea i carmi, in esso
S’avviene, e appena il suo parlar lo addita, 25Ch’avidissimamente a se lo tragge,
E vesti, e soldo, e servi a lui destina.
Con la tabella il vitto accattan gli altri.
In essi a caso s’incontrò il Poeta,
E meco, disse, ecco se tutto io serbo, 30De le cose rapite a voi che resta?