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224 Lib. IV. Fav. XVI. e XVII.

FAVOLA   XVI.

Il Piloto e i Naviganti.

QUerelandosi un uom di sua sventura,
     Per consolarlo, Esopo a dir imprese.
          * Nave agitata da contrarj venti
     De’ passeggier fra i gemiti, e le angoscie,
     5Da lieve aura sottratta è dal periglio;
     Indi i nocchier’ da gioja tal son presi,
     Qual subito seren l’arreca il giorno,
     Di fosco, e mesto, allor che il cangia in lieto.
     Reso il Piloto dal periglio accorto:
     10Nè a duol, dice, si dee, nè ad allegrezza
     Darsi in preda; la vita è or lieta, or mesta.


FAVOLA   XVII.

Gli Ambasciatori de’ Cani a Giove.

MAndaro Ambasciatori i Cani a Giove
     Ad implorar mercè; poichè lor grave
     Servitù s’imponeva, ed a gli umani
     Strazj soggetta. Il pan, ch’a lor si porge,
     5Di crusca è asperso, e l’insoffribil fame