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222 Lib. IV. Fav. XIII. e XIV.

FAVOLA   XIII.

* * * * * *

I Pochi versi di questa favola non si traducono, perchè di essi non s’è potuto ricavare un senso perfetto; per altro, qualunque cosa ne dicano alcuni in contrario, io li reputo avanzi d’una Favola connessa con la seguente: nè meritano essi di esser tradotti.


FAVOLA   XIV.

Prometeo.

ONde fia, ch’a mollezza alcuno inclini,
     Chiesto da un altro il vecchio, così parla:
          *Prometeo quel, di cui testè parlai:
     E che il loro impastò, d’onde l’uom costa,
     5Che se in fortuna avviensi, immantinente
     Rompesi; speso un giorno intero avea,
     A disgiunto formar ciò ch’onestade
     Con vesti ricoprire a noi prescrive,
     Per adattarlo, ove bisogno il chiede.
     10Allorchè Bacco di repente a cena