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Lib. IV. Fav. IX. e X. 219

     A lui risponde; è dolce essa cotanto,
     10Che saziar non puossi il piacer mio.
     Scende il barbuto: allor la Volpicella
     S’appoggia a l’alte corna, e un lieve salto
     Spicca dal pozzo, e nel pantano il lascia.


FAVOLA   IX.

De’ vizj degli uomini.

DUe tasche ci diè Giove: una de’nostri
     Vizj ripiena al dorso appesa; l’altra
     De l’altrui colpe grave al collo impose.
          * Ecco perchè gli errori tui non vedi:
     Altri fallisce appena, e tu ’l riprendi.


FAVOLA   X.

Il Ladro che spoglia l’Altare.

UN Ladro al fuoco de l’Altar di Giove
     Il lume accese, onde spogliarlo ardìo,
     Ed iva già del sacro frutto onusto;
     Quando del nume cotai voci usciro:
     5Benchè don di ria gente è ciò che involi,
     Sicchè l’odio, e’l tuo furto a me non cale;
     Tu però, scellerato, con la vita,