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216 Lib. IV. Fav. V. e VI.

FAVOLA   V.

Il combattimento de’ Topi, e delle Donnole.

ALlor che vinti i Topi da l’esercito
     De le Donnole (e ben nota è la storia,
     Nè v’è taverna in cui non sia dipinta)
     Fuggivano, ed intorno a le lor tane
     5Pavidi a grande stento s’affollavano;
     Ma pur v’entraro ed iscampar la morte;
     I Duci, che per dar un manifesto
     Segno, cui seguan gli altri ne la pugna,
     Avean le corna al capo intorno avvinte,
     10S’impacciar’ ne le porte, ove in minuti
     Brani, tritati da’ nemici ingordi,
     Restan ne’ cavi ventri innabissati.
          *Sono i primati a gran periglio esposti:
     La vil plebe ritrova agevol scampo.


FAVOLA   VI.

Il Poeta.

TU che nasuto i miei scritti censuri,
     Nè lor d’un guardo (è tal tuo sdegno) onori,
     Soffri, finchè de la tua austera fronte